aprile 26, 2024

Il dialetto sardo – una lingua

By on maggio 7, 2018 0 2020 Views

Il sardo lingua romanza

Il sardo è una lingua “romanza” o “neolatina”, ossia un dominio linguistico che deriva dalla lingua parlata dagli antichi Romani. Allo stesso modo lo sono il portoghese, lo spagnolo, il catalano, l’occitanico, il franco-provenzale, il francese, l’italiano, il ladino, il friulano, il corso, il dalmatico (oggi estinto) e il rumeno.Le lingue romanze Si definiscono romanze le lingue che sono derivate dalle diverse forme – essenzialmente parlate – assunte dal latino volgare entro i confini dell’impero romano.Morfologia La parte della grammatica che studia la forma delle parole si denomina morfologia. Soprattutto in questo settore il sardo conserva chiarissima l’impronta di lingua romanza, mostrando numerosi tratti che, secondo il parere prevalente degli studiosi, lo ricollegano a una latinità di tipo arcaico.Fonetica storica Fra i tratti che disegnano la peculiarità del sardo nel panorama della fonetica storica delle lingue romanze, i più importanti sono quelli che riguardano il vocalismo, il consonantismo e il trattamento di labiovelari e occlusive.

Quando per effetto di migrazioni o di guerre di conquista una popolazione invade un territorio, solitamente impone la propria lingua e la propria cultura alle genti che in origine abitavano quelle terre.
Per effetto di processi storici di lunga e media durata, il popolo che assimila la nuova lingua tende a mantenere e trasportare alcuni caratteri della vecchia lingua madre nella nuova lingua acquisita.
Questo è il motivo per cui dalla latinizzazione seguita alla conquista romana dell’Europa si sono sviluppate poi numerose lingue romanze con particolarità e unicità locali. Probabilmente l’influsso soprattutto fonetico, ma in qualche caso anche lessicale e sintattico, delle lingue preesistenti ha dapprima condizionato il latino parlato e, successivamente, la nascita della lingua romanza. La lingua originaria è considerata lingua di sostrato, ovvero nel caso della Sardegna quella lingua, o quelle lingue, che preesistevano all’arrivo, imposizione e stabilizzazione del latino. In particolare, si può ipotizzare il paleosardo (o nuragico) e il punico (o fenicio-cartaginese). Secondo Giovanni Lilliu, infatti, con la conquista cartaginese si ruppe l’unità linguistica e nazionale degli abitanti dell’isola, in quanto una buona parte della popolazione delle coste e delle pianure finì per abbracciare la cultura e la lingua semitica.

Gli apporti linguistici successivi alla latinizzazione
Attorno al 460 d.C. la Sardegna, ormai completamente latinizzata, fu occupata dai Vandali. È la prima di una serie di presenze straniere, che tuttavia non avranno per conseguenza l’imposizione duratura delle rispettive lingue o di almeno una di esse, come era accaduto in precedenza coi Romani.Il vandalico Nel sardo attuale non compaiono tracce dirette di un superstrato linguistico germanico, che possa univocamente riferirsi al periodo in cui l’isola fu soggetta ai Vandali.Il greco-bizantino Al contrario del germanico, il superstrato greco-bizantino ha lasciato tracce consistenti nella lingua dell’isola, relative alla lunga età bizantina, dal VI al X secolo. L’imperatore Giustiniano, forse chiamato da Goda, autoproclamatosi re di Sardegna, decise di intervenire ed inviò nell’isola un esercito comandato dal generale Belisario coadiuvato dal duca Cirillo.Il pisano medievale L’Islam allontanò l’isola da Bisanzio e, nel vuoto di potere sorsero i quattro giudicati o regni indipendenti di Cagliari, d’Arborea, di Gallura e di Torres. A partire dall’inizio del Mille iniziò la penetrazione commerciale e politica di Genova e di Pisa in Sardegna, cui si deve l’introduzione di termini linguistici soprattutto pisani medievali.Il catalano Nel 1323 un corpo di spedizione guidato dall’infante Alfonso, figlio di Giacomo II d’Aragona, sbarcò in Sardegna. L’evento può essere considerato l’atto iniziale di un nuovo periodo della storia sarda che vide l’isola, sino al 1718, soggetta in modo pressoché ininterrotto dapprima al dominio catalano-aragonese e poi a quello spagnolo.Il castigliano Per quanto riguarda lo spagnolo, o meglio il castigliano assunto a lingua ufficiale della Corona di Spagna, il suo uso tardò a farsi strada nell’isola, soprattutto in quelle zone in cui più aveva preso piede il catalano.L’italiano L’influsso italiano inizia intenso dopo che, nel 1718, la Sardegna è passata ai Piemontesi e in seguito è divenuta parte dello Stato italiano o, meglio, della compagine solo politicamente e amministrativamente unitaria dell’Italia delle nazioni.